giovedì 18 aprile 2013

Gli Impuri


Mi imbattei in questo cadavere lungo un impervio sentiero sul Kârss, nel Margondàr orientale, duecento leghe circa a sud di Solian. La sua pelle era bianca come il sale ed era privo di alcuni particolari anatomici; non sembrava umano ma neppure appartenere a qualcuna delle razze conosciute che popolano l’Erondàr. Era sicuramente un guerriero; il fisico possente, la strana arma che impugnava e l’equipaggiamento suggerivano che si trattasse di un membro di una gilda di sicari. La freccia che lo aveva ucciso apparteneva a una delle tribù di Ghoul che abitano le cavità carsiche di quelle montagne. Il veleno in cui la punta era intinta non lascia scampo. Mi colpì particolarmente il suo unico occhio, una piccola pietra bianca e liscia che gli era stata innestata con un’operazione chirurgica. Particolare raccapricciante, il cappuccio di pelle che gli copriva la testa e il volto gli era stato cucito direttamente nella carne, probabilmente a seguito di una terribile cerimonia di iniziazione. Questo mi fece tornare in mente i racconti di Alben sulle antiche gilde degli Impuri, mercenari che fornivano i loro oscuri servigi al miglior offerente. Essi – mi raccontava l’anziano mago - si nutrivano del sangue degli Abominii e da esso traevano terrificanti poteri. Erano dediti alla negromanzia e alle oscure arti del “Combattimento di Tenebra” e vivevano in famiglie i cui membri si accoppiavano tra loro per non disperdere i poteri. Ciò causava, spesso, la nascita di mostri che però compensavano i difetti fisici con un costante aumento dei poteri magici. Alcuni di loro sembravano addirittura in grado di varcare il confine del reale per entrare nell’Inframondo e muoversi attraverso le pieghe dello spazio. Decenni fa, i Luresindi avevano scovato, per conto dell’impero, tutte le famiglie degli Impuri e annientato i loro membri fino all’ultimo… o almeno così dicevano i rapporti dei Custodi della Luce. Quel corpo inerte e muto era lì a smentire la versione ufficiale dei fatti.